La Tossina Botulinica e il Microbotox
Negli anni ’40 del secolo scorso, alcuni ricercatori americani colsero le valenze terapeutiche della tossina botulinica, dallo strabismo all’ipersudorazione di mani, ascelle e piedi, dalla distonia cervicale all’emicrania cronica. Non dimenticarono ovviamente le sue proprietà estetiche che l’hanno meritatamente trasformata nella superstar dei ritocchi. Questa sostanza, iniettata in quantità 10 volte inferiori a quelle utilizzate per scopi terapeutici, agisce a livello delle terminazioni nervose periferiche, inibendo il rilascio di aceticolina e interrompendo la connessione nervosa tra nervi e tessuti muscolari volontari, che allentano così la contrazione. Risultato: dopo qualche giorno, le rughe, specie quelle d’espressione, si attenuano visibilmente e la pelle appare più tonica e levigata. L’effetto dura dai 4 ai 6 mesi. Se però negli anni, prescrizioni e protocolli estetici inerenti alla tossina botulinica sono rimasti immutati, oggi, grazie alle ricerche di Woffles Wu, chirurgo plastico di Singapore, la tossina botulinica entra in una nuova fase della sua storia: il Microbotox. La sostanza resta immutata, a cambiare è il suo dosaggio, con quantità davvero minime, quasi omeopatiche. Lo specialista inocula la tossina con punturine a distanza di circa 1 cm l’una dall’altra creando una sorta di ‘tappetino’ sul viso. La pelle si distende e ridensifica, la carnagione si illumina, si ridisegna la linea mandibolare, con un’attenuazione delle bande verticali e delle rughe orizzontali del collo. Nessun effetto collaterale, i primi risultati si notano dopo 2-3 giorni e durano circa 3-4 mesi, allo scadere dei quali si può effettuare un richiamo, che prolungherà gli effetti. Il Microbotox non presenta interazioni con altri trattamenti estetici come peeling chimici, laser e filler.